Un'isola
Per Davide Lajolo il titolo più appropriato per questo libro sarebbe stato Germaine. Perché quando ci si incontra a Parigi, un 14 luglio all'inizio degli anni Trenta del Novecento, durante un ballo pubblico nelle strade, l'amore può sembrare una predestinazione, una promessa illimitata. Sono le undici di sera e Giorgio attraversa da solo una piazza. Lo sguardo gli cade su una ragazza seduta vicino alla madre. Si avvicina di slancio e con un inchino cerimonioso chiede il permesso di ballare con lei. Stanno suonando un valzer veloce. Giorgio e Germaine, si chiama così la ragazza, muovono i primi passi insieme. Lei ha mani «fini e asciutte, che rivelano una gran forza interiore». Con una mancia, Giorgio ottiene dall'orchestra altri due tanghi e «in quella calda serata di festa popolare» nasce un legame che durerà tutta la vita. Sembra la scena di un film che René Clair deve ancora girare. È invece l'incipit appassionato di un tempo in cui tutto si mischiava: la lotta antifascista, il coraggio e i rischi, gli ideali di giustizia e libertà e le lettere di Gramsci, le primavere di Parigi e le estati romane, le isole del confino e quelle della clandestinità, gli innamoramenti, il carcere, gli amici, la nascita lontana dei figli e l'incombere minaccioso della guerra. Un'irripetibile educazione sentimentale e politica che ci ricorda di più certe pagine di Hemingway in Festa mobile che le autobiografie di carattere storico di altri testimoni del Novecento. Un'isola è anche l'ultimo libro che Giorgio scriverà. Muore pochi mesi dopo averlo terminato, a distanza di cinquant'anni da quella stagione, e Germaine non gli sopravvive che per poche ore.
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Un'isola
Per Davide Lajolo il titolo più appropriato per questo libro sarebbe stato Germaine. Perché quando ci si incontra a Parigi, un 14 luglio all'inizio degli anni Trenta del Novecento, durante un ballo pubblico nelle strade, l'amore può sembrare una predestinazione, una promessa illimitata. Sono le undici di sera e Giorgio attraversa da solo una piazza. Lo sguardo gli cade su una ragazza seduta vicino alla madre. Si avvicina di slancio e con un inchino cerimonioso chiede il permesso di ballare con lei. Stanno suonando un valzer veloce. Giorgio e Germaine, si chiama così la ragazza, muovono i primi passi insieme. Lei ha mani «fini e asciutte, che rivelano una gran forza interiore». Con una mancia, Giorgio ottiene dall'orchestra altri due tanghi e «in quella calda serata di festa popolare» nasce un legame che durerà tutta la vita. Sembra la scena di un film che René Clair deve ancora girare. È invece l'incipit appassionato di un tempo in cui tutto si mischiava: la lotta antifascista, il coraggio e i rischi, gli ideali di giustizia e libertà e le lettere di Gramsci, le primavere di Parigi e le estati romane, le isole del confino e quelle della clandestinità, gli innamoramenti, il carcere, gli amici, la nascita lontana dei figli e l'incombere minaccioso della guerra. Un'irripetibile educazione sentimentale e politica che ci ricorda di più certe pagine di Hemingway in Festa mobile che le autobiografie di carattere storico di altri testimoni del Novecento. Un'isola è anche l'ultimo libro che Giorgio scriverà. Muore pochi mesi dopo averlo terminato, a distanza di cinquant'anni da quella stagione, e Germaine non gli sopravvive che per poche ore.
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by Giorgio Amendola
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Per Davide Lajolo il titolo più appropriato per questo libro sarebbe stato Germaine. Perché quando ci si incontra a Parigi, un 14 luglio all'inizio degli anni Trenta del Novecento, durante un ballo pubblico nelle strade, l'amore può sembrare una predestinazione, una promessa illimitata. Sono le undici di sera e Giorgio attraversa da solo una piazza. Lo sguardo gli cade su una ragazza seduta vicino alla madre. Si avvicina di slancio e con un inchino cerimonioso chiede il permesso di ballare con lei. Stanno suonando un valzer veloce. Giorgio e Germaine, si chiama così la ragazza, muovono i primi passi insieme. Lei ha mani «fini e asciutte, che rivelano una gran forza interiore». Con una mancia, Giorgio ottiene dall'orchestra altri due tanghi e «in quella calda serata di festa popolare» nasce un legame che durerà tutta la vita. Sembra la scena di un film che René Clair deve ancora girare. È invece l'incipit appassionato di un tempo in cui tutto si mischiava: la lotta antifascista, il coraggio e i rischi, gli ideali di giustizia e libertà e le lettere di Gramsci, le primavere di Parigi e le estati romane, le isole del confino e quelle della clandestinità, gli innamoramenti, il carcere, gli amici, la nascita lontana dei figli e l'incombere minaccioso della guerra. Un'irripetibile educazione sentimentale e politica che ci ricorda di più certe pagine di Hemingway in Festa mobile che le autobiografie di carattere storico di altri testimoni del Novecento. Un'isola è anche l'ultimo libro che Giorgio scriverà. Muore pochi mesi dopo averlo terminato, a distanza di cinquant'anni da quella stagione, e Germaine non gli sopravvive che per poche ore.

Product Details

ISBN-13: 9788833893112
Publisher: minimum fax
Publication date: 08/26/2021
Series: Minimum classics
Sold by: Bookwire
Format: eBook
Pages: 278
File size: 340 KB
Language: Italian

About the Author

GIORGIO AMENDOLA 1907-1980 antifascista, comunista e partigiano, fu uno dei grandi protagonisti della storia italiana del Novecento. Autore di molte pubblicazioni di carattere storiografico, nel 1974 vinse il premio Viareggio per la saggistica con il volume Lettere a Milano. Ricordi e documenti. Alla fine della sua vita scrisse due libri di memorie che ebbero molti lettori: Una scelta di vita e Un'isola, in cui raccontò, con un tono quasi da romanziere, il suo apprendistato politico e umano.
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