“Mammina dice sempre che noi cattolici non possiamo sentirci soli perché abbiamo un mucchio di santi con cui chiacchierare. Che ragione c’è di mugugnare e compatirsi da soli, sostiene, quando esiste un intero consesso di orecchie divine pronte ad ascoltarci?”Lei si chiama Remedy, è americana ma vive a Parigi ed è una giornalista di moda. Le sue giornate sono scandite da croissant burrosi, articoli sulle ultime stravaganze della couture e del prêt-à-porter, sbornie pomeridiane di tè con le colleghe d’ufficio, caffè alla macchinetta con irraggiungibili fotografi gay, prelibatezze della gastronomia francese acquistate sotto casa... Nei fine settimana, invece, Remedy si esercita accanitamente nella danza del ventre, partecipa con entusiasmo alle sessioni di cucina e cucito di un gruppo di donne musulmane e si concede sedute rigeneranti nella penombra umida e accogliente dell’hammam Cleopatra Club. La pausa pranzo però è sacra, nel vero senso della parola: Remedy è cattolica e a suo modo devota, non manca mai l’appuntamento alla messa di mezzogiorno con suor Dagoberta e il suo cane Yorik. Ma soprattutto, ha letto e riletto le Vite brevi dei santi e si è scelta i suoi protettori. Del resto, sua madre è stata esplicita al riguardo: se li sai pregare come si deve, i santi ti aiutano a fare qualsiasi cosa, persino a trovare l’uomo perfetto. Già. L’uomo perfetto. È quello che manca nella vita fantasiosa e colorata di Remedy: la vediamo passare dalle braccia di un acrobata bavarese a quelle di un aitante mandriano, a quelle di uno schizzinoso aristocratico, ma alla fine per lei le serate più appaganti sono quelle intime e domestiche passate a leggere o a dipingere in compagnia del gatto Giubileo. Sono forse gli occhi dorati di Mouktar, il ragazzo che le porta la cena a domicilio, la risposta alle sue preghiere?La ricerca dell’uomo perfetto attraverso una singolarissima forma di devozione.
