Le delusioni della libertà

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Overview

Gabriele D’Annunzio, Filippo Tommaso Marinetti e Giuseppe Prezzolini, poi Benedetto Croce, Gaetano Mosca e Vilfredo Pareto: che cosa accomuna questi intellettuali vissuti tra Otto e Novecento? Per Paolo Vita-Finzi furono tutti, ciascuno a proprio modo, dei precursori inconsapevoli del fascismo. Critici dei meccanismi di quella democrazia liberale che ai loro tempi andava lentamente affermandosi, si lasciarono sedurre, in vario grado, da teorie e ideologie che da una parte (a sinistra) mitizzavano il popolo e dall’altra (a destra) l’uomo forte: dottrine intrise di motivi antiparlamentari e rivoluzionari, non aliene dal culto della violenza. Pubblicato per la prima volta nel 1961 per l’editore Vallecchi (alcune pagine erano uscite tra il 1954 e il 1958 sul settimanale «Il Mondo»), “Le delusioni della libertà” si compone di diciotto brevi capitoli nei quali si delineano i profili di alcuni tra i principali intellettuali italiani e francesi che hanno tradito gli ideali democratici. Segnalatosi immediatamente come un’importante riflessione per comprendere la genesi e il significato del fascismo, il valore storiografico del libro rimane inalterato nonostante i numerosi studi sul tema pubblicati nel corso degli anni. Con il suo stile chiaro e brillante, Vita-Finzi conduce il lettore nel cuore delle questioni e delle idee di questi pensatori, disegnando, insieme, il ritratto di un’epoca.

Product Details

ISBN-13: 9788864404950
Publisher: IBL Libri
Publication date: 02/02/2023
Series: Liberalismi eccentrici
Sold by: BOOKREPUBLIC SRL
Format: eBook
Pages: 140
File size: 2 MB
Language: Italian

About the Author

Paolo Vita-Finzi (1899-1986) inizia la sua attività di pubblicista durante gli anni dell’università a Torino collaborando inizialmente con il «Corriere Mercantile», per poi vincere nel 1924 il concorso diplomatico ed entrare nei ruoli del ministero degli Esteri. Comincia così la sua carriera tra consolati e ambasciate, interrotta nel 1938 a causa delle leggi razziali, che lo costringono a riparare in Argentina, dove fonda e dirige la rivista «Domani». Reintegrato sul finire della Seconda guerra mondiale, nel 1955 diventa ambasciatore in Norvegia e nel 1961 in Ungheria. Parallelamente alla professione di diplomatico, svolge una raffinata attività di letterato, iniziata nel 1927 con la pubblicazione dell’Antologia apocrifa. Negli anni Sessanta e Settanta collabora con «il Resto del Carlino», il «Corriere della Sera» e «Nuova Antologia»; scrive inoltre diversi saggi, tra cui "Terra e libertà in Russia ieri e oggi" (1972) e "Perón, mito e realtà" (1973). La sua autobiografia, "Giorni lontani. Appunti e ricordi", viene pubblicata postuma nel 1989.
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