Semplice, naturale, spontaneo, ma al tempo stesso profondo, concreto, impegnativo, eppure liberatorio: l’invito di Osho a introdurre la meditazione nella nostra vita è un bisogno di realtà, al di là delle chimere, delle gratifi cazioni effi mere con cui cerchiamo vanamente di colmare il vuoto che ci pervade. Non si tratta di andare altrove ed essere qualcun altro, ma di vivere in pienezza ciò che siamo, qui e ora, di godere della bellezza di un lago o dell’ombra di un albero. Un proposito da usare quotidianamente per ancorarsi al presente, per cogliere e coltivare tutte le potenzialità del proprio essere in piena consapevolezza. Un percorso che non a caso parte dal corpo, dai gesti, dalla pratica per arrivare all’ultima frontiera, alla purifi cazione dei pensieri e delle emozioni. La via è dentro di noi: il Maestro ci indica i passi per ritrovarla, i gradini da salire, ci mette in guardia contro gli intoppi, i vicoli ciechi, i baratri e ci dice anche che non importa tanto arrivare alla meta quanto coltivare la volontà di raggiungerla perché la verità è una grande benedizione «… ma non averne mai sperimentata la sete è una grande sventura.
