La folla
Dato alle stampe nel 1901, con lo stesso titolo della rivista fondata proprio da Valera, "La folla" è un romanzo a sfondo verista, che risente profondamente della Scapigliatura e degli ideali socialisti dell’autore. Ambientato nel Casone del Terraggio di Porta Magenta, esso è a tutti gli effetti un affresco della vita dei più miserabili, trattati con piglio naturalistico e profonda sensibilità psicologica. Si tratta di una carrellata di volti, storie e paesaggi che rispondono tutti al medesimo paradigma: raccontare la povertà e la disperazione senza pietismi né moralismo. Personaggi come l’Annunciata, che convive col senso di colpa dei tanti aborti fatti, o l’Agata, madre di ben undici figli e che fantastica di ucciderne uno gettandolo dal balcone, si scolpiscono nella mente di chi legge per non uscirne più. Importante testimonianza di un’epoca, "La folla" è anche una sentita denuncia delle ingiustizie che governano la società. Un’opera che non ha perso nulla, quindi, della sua dolorosa attualità... Paolo Valera (1850-1926) nasce a Como da una modesta famiglia di lavoratori. Sposati molto presto gli ideali progressisti, nel 1866 si arruola nell’esercito garibaldino per prendere parte alla Terza Guerra d’Indipendenza. Considerato fra i massimi esponenti della "seconda Scapigliatura", Valera fonda varie riviste d’ispirazione socialista (La plebe, La folla) – che lo costringeranno anche ad alcuni periodi di esilio all’estero – e si afferma come giornalista e autore di romanzi a sfondo verista e naturalistico. Le sue opere più note sono "Milano sconosciuta" (1879), "Gli scamiciati" (1881), "Amori bestiali" (1884) e "La folla" (1901). Poco prima di morire, ridotto ormai ad una condizione di indigenza, scrive una controversa biografia di Mussolini, che desterà reazioni violente sia da parte del regime che del fronte socialista.
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La folla
Dato alle stampe nel 1901, con lo stesso titolo della rivista fondata proprio da Valera, "La folla" è un romanzo a sfondo verista, che risente profondamente della Scapigliatura e degli ideali socialisti dell’autore. Ambientato nel Casone del Terraggio di Porta Magenta, esso è a tutti gli effetti un affresco della vita dei più miserabili, trattati con piglio naturalistico e profonda sensibilità psicologica. Si tratta di una carrellata di volti, storie e paesaggi che rispondono tutti al medesimo paradigma: raccontare la povertà e la disperazione senza pietismi né moralismo. Personaggi come l’Annunciata, che convive col senso di colpa dei tanti aborti fatti, o l’Agata, madre di ben undici figli e che fantastica di ucciderne uno gettandolo dal balcone, si scolpiscono nella mente di chi legge per non uscirne più. Importante testimonianza di un’epoca, "La folla" è anche una sentita denuncia delle ingiustizie che governano la società. Un’opera che non ha perso nulla, quindi, della sua dolorosa attualità... Paolo Valera (1850-1926) nasce a Como da una modesta famiglia di lavoratori. Sposati molto presto gli ideali progressisti, nel 1866 si arruola nell’esercito garibaldino per prendere parte alla Terza Guerra d’Indipendenza. Considerato fra i massimi esponenti della "seconda Scapigliatura", Valera fonda varie riviste d’ispirazione socialista (La plebe, La folla) – che lo costringeranno anche ad alcuni periodi di esilio all’estero – e si afferma come giornalista e autore di romanzi a sfondo verista e naturalistico. Le sue opere più note sono "Milano sconosciuta" (1879), "Gli scamiciati" (1881), "Amori bestiali" (1884) e "La folla" (1901). Poco prima di morire, ridotto ormai ad una condizione di indigenza, scrive una controversa biografia di Mussolini, che desterà reazioni violente sia da parte del regime che del fronte socialista.
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Dato alle stampe nel 1901, con lo stesso titolo della rivista fondata proprio da Valera, "La folla" è un romanzo a sfondo verista, che risente profondamente della Scapigliatura e degli ideali socialisti dell’autore. Ambientato nel Casone del Terraggio di Porta Magenta, esso è a tutti gli effetti un affresco della vita dei più miserabili, trattati con piglio naturalistico e profonda sensibilità psicologica. Si tratta di una carrellata di volti, storie e paesaggi che rispondono tutti al medesimo paradigma: raccontare la povertà e la disperazione senza pietismi né moralismo. Personaggi come l’Annunciata, che convive col senso di colpa dei tanti aborti fatti, o l’Agata, madre di ben undici figli e che fantastica di ucciderne uno gettandolo dal balcone, si scolpiscono nella mente di chi legge per non uscirne più. Importante testimonianza di un’epoca, "La folla" è anche una sentita denuncia delle ingiustizie che governano la società. Un’opera che non ha perso nulla, quindi, della sua dolorosa attualità... Paolo Valera (1850-1926) nasce a Como da una modesta famiglia di lavoratori. Sposati molto presto gli ideali progressisti, nel 1866 si arruola nell’esercito garibaldino per prendere parte alla Terza Guerra d’Indipendenza. Considerato fra i massimi esponenti della "seconda Scapigliatura", Valera fonda varie riviste d’ispirazione socialista (La plebe, La folla) – che lo costringeranno anche ad alcuni periodi di esilio all’estero – e si afferma come giornalista e autore di romanzi a sfondo verista e naturalistico. Le sue opere più note sono "Milano sconosciuta" (1879), "Gli scamiciati" (1881), "Amori bestiali" (1884) e "La folla" (1901). Poco prima di morire, ridotto ormai ad una condizione di indigenza, scrive una controversa biografia di Mussolini, che desterà reazioni violente sia da parte del regime che del fronte socialista.

Product Details

ISBN-13: 9788728355138
Publisher: Saga Egmont International
Publication date: 10/06/2022
Sold by: De Marque
Format: eBook
Pages: 128
File size: 647 KB
Language: Italian
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