Il mio ultimo anno a New York

Anna, vent’anni, parte da Venezia per New York con in tasca il lasciapassare di uno stage da Valentino. Il suo trolley è pieno di sogni e Anna, sottile fuori e d’acciaio dentro, prende la rincorsa nel lavoro e nella vita. Incontra Marco, italiano e migrante 2.0, che non la vuole, ma lei riuscirà a conquistarlo. Il futuro è pieno di promesse, il sogno americano sta per diventare realtà e forse è il momento di pensare a un bambino quando tutto cambia. Anna è di nuovo sola a New York.

"Mia madre non aveva mai saputo che ci fosse un’altra possibilità. Ai suoi tempi ci si sposava per fare figli, si lavorava per vivere, si fingeva di essere contenti della vita che si faceva. Se capitava che qualcuna fosse felice per davvero, quella era una grazia, soprattutto dalle mie parti."

"I miei piedi mi portano sempre nei posti in cui spero di incontrare Marco: la nostra panchina a Bryant Park, il nostro tavolo preferito da Max SoHa, oppure quello nella sala al primo piano del Met dove, a seconda dell’ora, la luce gioca con le vetrate di Tiffany."

Annalisa Menin - www.annalisamenin.com – narratrice e blogger, veneziana trapiantata a New York, dove ancora vive. La sua passione per i viaggi l’ha portata in giro per il mondo. Nel 2006 è arrivata nella Grande Mela per uno stage da Valentino e ha conosciuto Marco, suo marito. Rimasta sola dopo la perdita prematura del compagno, ha voluto scrivere questo libro per testimoniare dieci anni vissuti da migrante 2.0.

Susanna De Ciechi - www.iltuoghostwriter.it - milanese, scrittrice e ghost writer. Oltre a "Il mio ultimo anno a New York", coautrice Annalisa Menin, ha pubblicato "La bambina con il fucile" (2016, @uxiliaBooks), "La regola dell’eccesso" (2015), "Tessa e basta" (2015), tutti ispirati a storie vere, e "Il Paese dei tarocchi" (2016), romanzo collettivo scritto con il gruppo de Gli Spiumati. In precedenza ha collaborato ad alcune raccolte di racconti.

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Il mio ultimo anno a New York

Anna, vent’anni, parte da Venezia per New York con in tasca il lasciapassare di uno stage da Valentino. Il suo trolley è pieno di sogni e Anna, sottile fuori e d’acciaio dentro, prende la rincorsa nel lavoro e nella vita. Incontra Marco, italiano e migrante 2.0, che non la vuole, ma lei riuscirà a conquistarlo. Il futuro è pieno di promesse, il sogno americano sta per diventare realtà e forse è il momento di pensare a un bambino quando tutto cambia. Anna è di nuovo sola a New York.

"Mia madre non aveva mai saputo che ci fosse un’altra possibilità. Ai suoi tempi ci si sposava per fare figli, si lavorava per vivere, si fingeva di essere contenti della vita che si faceva. Se capitava che qualcuna fosse felice per davvero, quella era una grazia, soprattutto dalle mie parti."

"I miei piedi mi portano sempre nei posti in cui spero di incontrare Marco: la nostra panchina a Bryant Park, il nostro tavolo preferito da Max SoHa, oppure quello nella sala al primo piano del Met dove, a seconda dell’ora, la luce gioca con le vetrate di Tiffany."

Annalisa Menin - www.annalisamenin.com – narratrice e blogger, veneziana trapiantata a New York, dove ancora vive. La sua passione per i viaggi l’ha portata in giro per il mondo. Nel 2006 è arrivata nella Grande Mela per uno stage da Valentino e ha conosciuto Marco, suo marito. Rimasta sola dopo la perdita prematura del compagno, ha voluto scrivere questo libro per testimoniare dieci anni vissuti da migrante 2.0.

Susanna De Ciechi - www.iltuoghostwriter.it - milanese, scrittrice e ghost writer. Oltre a "Il mio ultimo anno a New York", coautrice Annalisa Menin, ha pubblicato "La bambina con il fucile" (2016, @uxiliaBooks), "La regola dell’eccesso" (2015), "Tessa e basta" (2015), tutti ispirati a storie vere, e "Il Paese dei tarocchi" (2016), romanzo collettivo scritto con il gruppo de Gli Spiumati. In precedenza ha collaborato ad alcune raccolte di racconti.

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Anna, vent’anni, parte da Venezia per New York con in tasca il lasciapassare di uno stage da Valentino. Il suo trolley è pieno di sogni e Anna, sottile fuori e d’acciaio dentro, prende la rincorsa nel lavoro e nella vita. Incontra Marco, italiano e migrante 2.0, che non la vuole, ma lei riuscirà a conquistarlo. Il futuro è pieno di promesse, il sogno americano sta per diventare realtà e forse è il momento di pensare a un bambino quando tutto cambia. Anna è di nuovo sola a New York.

"Mia madre non aveva mai saputo che ci fosse un’altra possibilità. Ai suoi tempi ci si sposava per fare figli, si lavorava per vivere, si fingeva di essere contenti della vita che si faceva. Se capitava che qualcuna fosse felice per davvero, quella era una grazia, soprattutto dalle mie parti."

"I miei piedi mi portano sempre nei posti in cui spero di incontrare Marco: la nostra panchina a Bryant Park, il nostro tavolo preferito da Max SoHa, oppure quello nella sala al primo piano del Met dove, a seconda dell’ora, la luce gioca con le vetrate di Tiffany."

Annalisa Menin - www.annalisamenin.com – narratrice e blogger, veneziana trapiantata a New York, dove ancora vive. La sua passione per i viaggi l’ha portata in giro per il mondo. Nel 2006 è arrivata nella Grande Mela per uno stage da Valentino e ha conosciuto Marco, suo marito. Rimasta sola dopo la perdita prematura del compagno, ha voluto scrivere questo libro per testimoniare dieci anni vissuti da migrante 2.0.

Susanna De Ciechi - www.iltuoghostwriter.it - milanese, scrittrice e ghost writer. Oltre a "Il mio ultimo anno a New York", coautrice Annalisa Menin, ha pubblicato "La bambina con il fucile" (2016, @uxiliaBooks), "La regola dell’eccesso" (2015), "Tessa e basta" (2015), tutti ispirati a storie vere, e "Il Paese dei tarocchi" (2016), romanzo collettivo scritto con il gruppo de Gli Spiumati. In precedenza ha collaborato ad alcune raccolte di racconti.


Product Details

BN ID: 2940155122357
Publisher: Annalisa Menin
Publication date: 02/06/2018
Sold by: Smashwords
Format: eBook
File size: 3 MB
Language: Italian

About the Author

Annalisa Menin, narrator and blogger, lives and works in New York. Born in Dolo, near Venice, globetrotting traveler curious about life, in 2006 at just over twenty she arrived in the Big Apple and, a new migrant 2.0, she began working for Valentino, the renowned Italian fashion house. There she met Marco, the man she was to marry and to whom she has dedicated this book. New York became their city. In 2013 her husband died at only thirty-three. In his memory today Annalisa runs the initiative Remembering Marco, which finances study grants for deserving students at the Università Politecnica delle Marche, who are offered internships with Valentino USA. A part of the income from sales of this book will go to supporting this project.


Susanna De Ciechi, scrittrice e ghost writer (www.iltuoghostwriter.it) con alle spalle un’esperienza di oltre vent’anni come giornalista freelance, si racconta così: “Passo tutto il mio tempo tra i libri, quelli che leggo e quelli che scrivo, con penna, matita e computer sempre a portata di mano. Vivo e lavoro tra Milano e la Valle d’Intelvi, sopra Como, dove trascorro molto tempo in compagnia di Tina, il mio cane fantasia. Scrivere è il mio mestiere. Con il ghostwriting trasformo in un libro le storie che altri mi raccontano. Solo quelle che mi piacciono. Ho al mio attivo autobiografie, biografie, memoir e messaggi nella bottiglia destinati a essere recapitati a persone speciali. Di recente mi è capitato di “svelarmi” e il mio nome è apparso sulle copertina di alcuni libri: La regola dell’eccesso (2015), Tessa e basta (2015), La bambina con il fucile (2016) e Il mio ultimo anno a New York (2017), scritti come ghost writer e basati su storie vere. A questi si aggiunge Il paese dei tarocchi (2016) un romanzo collettivo scritto con il gruppo de Gli Spiumati, di cui faccio parte e alcune raccolte di racconti. Scrivere narrativa è sempre stato tra le mie ambizioni. A un certo punto della mia vita ho sentito che era arrivato il momento giusto per strambare. Ho tirato fuori il progetto che avevo accantonato da troppo tempo e ho cominciato a scrivere storie basate su vicende reali, romanzandole. Sembra facile, detto così. In mezzo c’è stata la presa d’atto che la scrittura giornalistica non fosse sufficiente per scrivere narrativa a livello professionale, quindi ho dovuto imparare il mestiere dello scrittore e inventarmi il mio modo di essere ghost writer. Alcuni miei narratori (le persone che mi raccontano oralmente le storie che scrivo) sostengono che il mio ruolo sia a metà tra quello del confessore e l’altro, dell’analista. Più semplicemente, io sono una ghost writer perché questa attività mi permette di conoscere persone interessanti, di entrare nelle loro vite e di condividere narrazioni straordinarie attraverso la scrittura. Per me è il mestiere più bello del mondo”.

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