Il concorso di Omero
Il concorso di Omero è un manoscritto redatto da Nietzsche, ma pubblicato dalla sua proprietà solo dopo la sua morte. Datato 1872, fu pubblicato per la prima volta nel 1901 con il titolo "Nachgelassene Fragmente" dalla sorella Elisabeth Förster-Nietzsche e da altri studiosi. In seguito fu ripubblicato in vari formati, tra cui in una serie intitolata "Gesammelte Werke" (Opere raccolte), poi riorganizzata e ampliata nella "Gesamtausgabe" (Edizione completa), che comprendeva raccolte complete di quaderni e altri scritti di Nietzsche in vari periodi della sua vita.

Qui Nietzsche postula che le altezze del potenziale umano, compresa la nostra capacità di crudeltà, sono naturali quanto le nostre caratteristiche più lodevoli ed essenziali per lo sviluppo di ciò che chiamiamo "umanità". Egli afferma che i Greci mostravano una profonda crudeltà, un tratto vividamente personificato in figure storiche come Alessandro Magno e nelle narrazioni mitologiche. Il saggio sottolinea che tali impulsi crudeli non erano anomali, ma fondamentali per il carattere greco ed essenziali per le loro conquiste culturali, come dimostrano la mitologia e le azioni storiche, come il trattamento delle città conquistate e l'iconografia dell'arte greca, che spesso raffigurava scene di intensa violenza e lotta. Si sposta poi all'indietro, alle origini della cultura ellenica nel mondo "pre-omerico", che viene rappresentato come ancora più selvaggio e insondabile, incarnato dalle epopee omeriche. La trasformazione suggerisce una sublimazione della violenza diretta in una competizione artistica e culturale che tuttavia conserva un elemento della precedente durezza.
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Il concorso di Omero
Il concorso di Omero è un manoscritto redatto da Nietzsche, ma pubblicato dalla sua proprietà solo dopo la sua morte. Datato 1872, fu pubblicato per la prima volta nel 1901 con il titolo "Nachgelassene Fragmente" dalla sorella Elisabeth Förster-Nietzsche e da altri studiosi. In seguito fu ripubblicato in vari formati, tra cui in una serie intitolata "Gesammelte Werke" (Opere raccolte), poi riorganizzata e ampliata nella "Gesamtausgabe" (Edizione completa), che comprendeva raccolte complete di quaderni e altri scritti di Nietzsche in vari periodi della sua vita.

Qui Nietzsche postula che le altezze del potenziale umano, compresa la nostra capacità di crudeltà, sono naturali quanto le nostre caratteristiche più lodevoli ed essenziali per lo sviluppo di ciò che chiamiamo "umanità". Egli afferma che i Greci mostravano una profonda crudeltà, un tratto vividamente personificato in figure storiche come Alessandro Magno e nelle narrazioni mitologiche. Il saggio sottolinea che tali impulsi crudeli non erano anomali, ma fondamentali per il carattere greco ed essenziali per le loro conquiste culturali, come dimostrano la mitologia e le azioni storiche, come il trattamento delle città conquistate e l'iconografia dell'arte greca, che spesso raffigurava scene di intensa violenza e lotta. Si sposta poi all'indietro, alle origini della cultura ellenica nel mondo "pre-omerico", che viene rappresentato come ancora più selvaggio e insondabile, incarnato dalle epopee omeriche. La trasformazione suggerisce una sublimazione della violenza diretta in una competizione artistica e culturale che tuttavia conserva un elemento della precedente durezza.
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Il concorso di Omero è un manoscritto redatto da Nietzsche, ma pubblicato dalla sua proprietà solo dopo la sua morte. Datato 1872, fu pubblicato per la prima volta nel 1901 con il titolo "Nachgelassene Fragmente" dalla sorella Elisabeth Förster-Nietzsche e da altri studiosi. In seguito fu ripubblicato in vari formati, tra cui in una serie intitolata "Gesammelte Werke" (Opere raccolte), poi riorganizzata e ampliata nella "Gesamtausgabe" (Edizione completa), che comprendeva raccolte complete di quaderni e altri scritti di Nietzsche in vari periodi della sua vita.

Qui Nietzsche postula che le altezze del potenziale umano, compresa la nostra capacità di crudeltà, sono naturali quanto le nostre caratteristiche più lodevoli ed essenziali per lo sviluppo di ciò che chiamiamo "umanità". Egli afferma che i Greci mostravano una profonda crudeltà, un tratto vividamente personificato in figure storiche come Alessandro Magno e nelle narrazioni mitologiche. Il saggio sottolinea che tali impulsi crudeli non erano anomali, ma fondamentali per il carattere greco ed essenziali per le loro conquiste culturali, come dimostrano la mitologia e le azioni storiche, come il trattamento delle città conquistate e l'iconografia dell'arte greca, che spesso raffigurava scene di intensa violenza e lotta. Si sposta poi all'indietro, alle origini della cultura ellenica nel mondo "pre-omerico", che viene rappresentato come ancora più selvaggio e insondabile, incarnato dalle epopee omeriche. La trasformazione suggerisce una sublimazione della violenza diretta in una competizione artistica e culturale che tuttavia conserva un elemento della precedente durezza.

Product Details

ISBN-13: 9783689383701
Publisher: Livraria Press
Publication date: 09/02/2024
Pages: 102
Product dimensions: 5.50(w) x 8.50(h) x 0.21(d)
Language: Italian
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