Attraverso la cooperazione e, specificatamente, il contratto di rete (inter-firm network contract), imprese di piccola dimensione possono rafforzarsi competitivamente e orientarsi all’innovazione e all’internazionalizzazione. Grazie alle sinergie reciproche, l’esito finale è superiore alla semplice somma dei componenti. Le reti di nuova generazione si aggiungono a forme di aggregazione da tempo sperimentate (consorzi, distretti, ATI, joint venture, ecc.), differenziandosene per la capacità di superare vincoli settoriali o territoriali e per il coinvolgimento anche di altri soggetti (banche, università e centri di ricerca, associazioni di meta-management). Anche se la rete non è limitata ad un territorio, il legame con questo appare fondamentale: senza diventare un vincolo, esso rappresenta un’opportunità da sfruttare per favorire i processi di aggregazione, basati pur sempre su fiducia e cooperazione. Il presente volume, dopo aver studiato il fenomeno nei suoi aspetti teorici e nelle sue applicazioni concrete, propone uno studio di caso riferito ad un territorio specifico, la Tuscia viterbese, una zona amata da un intellettuale come Pier Paolo Pasolini per il suo essere “ancora abbastanza illesa” nel rapporto con la natura.
