Due ragazzi in vacanza, un viaggio a Bilbao (o forse Barcellona?), il ricordo di un'installazione vista in un museo (o solo immaginata?), il presagio di una cattedrale in fiamme, i progetti abortiti e la flânerie, lo sguardo della macchina che traccia i nostri spostamenti e le nostre azioni, che scivola forse nei nostri sogni.
Per abitare questa «nuova era oscura», Gianluca Didino si è inventato una scrittura ibrida in cui racconto e divagazione, Roberto Bolaño e Mark Fisher, saggio e personal essay danno vita a un giallo metafisico intorno alle domande: cos'è la memoria al tempo del digitale? I ricordi mi appartengono o sono materiale da cui estrarre valore? E soprattutto: chi è che ricorda?