Alba sporca
Évora, Portogallo, 1988. Sono le tre del mattino alla festa di fine corso all’Università. Filipe, ubriaco al punto tale da andare a sbattere violentemente contro un professore all’uscita del bagno degli uomini, viene approcciato da una ragazza del liceo, una di quelle che si imbucano nelle feste universitarie. Alta, con una minigonna che le lascia scoperte un paio di gambe lunghe e abbronzate, begli occhi scuri che spiccano su un volto gioviale e felice, Eva, la ragazza, è su di giri anche lei, ma non si spingerebbe probabilmente oltre qualche bacio furtivo. Il destino vuole però che i due siano notati da Zé Maria e João Diogo, tipi dall’aria ruffiana, bracciali e tatuaggi fino ai polsi, qualche dente marcio in bocca. La serata prende cosí una svolta inaspettata. Una corsa in macchina – una Opel con fari doppi, sedili sportivi, volante in pelle e gomme che fischiano a ogni scarto del volante – una puntata a un bar, una sosta in un luogo appartato in mezzo ai campi, e accade l’inevitabile: Zé Maria e João Diogo abusano della ragazza. Eva, sconvolta, grida di orrore, corre disperata, inciampa nei cespugli, si perde nell’oscurità dell’alba livida, per ricomparire poi all’improvviso davanti alla macchina lanciata a tutta velocità da Zé Maria. L’impatto è inevitabile: il corpo viene preso all’altezza delle anche dal cofano della macchina, si solleva da terra e va a sbattere violentemente contro il vetro, che subito si riempie di una nube di sangue, e poi viene lanciato lontano, scomparendo dalla vista dei ragazzi. Zé Maria e João Diogo, tra le proteste di Filipe, decidono di fuggire per non rovinarsi la vita con un’accusa di omicidio. Trascorre il tempo e quell’alba sporca pesa come un macigno nel cuore di Filipe. Sono gli anni in cui prosperità e corruzione, indotte da un fiume di denaro pubblico, mutano radicalmente il volto del paese. Architetto del comune di Vila Nova d’Odemar, Filipe, ricattato da qualcuno che sostiene di sapere tutto di quella tragica alba del 1988, si ritrova al cospetto di una giovane donna magistrato, Maria Rodrigues, decisa a fare luce su quella lontana vicenda. Una donna affascinante, con begli occhi scuri e la malinconia di chi deve aver sofferto nella vita. Una donna dallo sguardo stranamente familiare per Filipe. Attraverso una magistrale vicenda di violenza, amori proibiti e intrighi politici, Alba sporca narra la storia del Portogallo, un paese che, dalla «Rivoluzione dei garofani» che nel 1974 rovesciò la dittatura di Salazar fino ai giorni nostri, è ancora alla ricerca del suo posto nella modernità.
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Alba sporca
Évora, Portogallo, 1988. Sono le tre del mattino alla festa di fine corso all’Università. Filipe, ubriaco al punto tale da andare a sbattere violentemente contro un professore all’uscita del bagno degli uomini, viene approcciato da una ragazza del liceo, una di quelle che si imbucano nelle feste universitarie. Alta, con una minigonna che le lascia scoperte un paio di gambe lunghe e abbronzate, begli occhi scuri che spiccano su un volto gioviale e felice, Eva, la ragazza, è su di giri anche lei, ma non si spingerebbe probabilmente oltre qualche bacio furtivo. Il destino vuole però che i due siano notati da Zé Maria e João Diogo, tipi dall’aria ruffiana, bracciali e tatuaggi fino ai polsi, qualche dente marcio in bocca. La serata prende cosí una svolta inaspettata. Una corsa in macchina – una Opel con fari doppi, sedili sportivi, volante in pelle e gomme che fischiano a ogni scarto del volante – una puntata a un bar, una sosta in un luogo appartato in mezzo ai campi, e accade l’inevitabile: Zé Maria e João Diogo abusano della ragazza. Eva, sconvolta, grida di orrore, corre disperata, inciampa nei cespugli, si perde nell’oscurità dell’alba livida, per ricomparire poi all’improvviso davanti alla macchina lanciata a tutta velocità da Zé Maria. L’impatto è inevitabile: il corpo viene preso all’altezza delle anche dal cofano della macchina, si solleva da terra e va a sbattere violentemente contro il vetro, che subito si riempie di una nube di sangue, e poi viene lanciato lontano, scomparendo dalla vista dei ragazzi. Zé Maria e João Diogo, tra le proteste di Filipe, decidono di fuggire per non rovinarsi la vita con un’accusa di omicidio. Trascorre il tempo e quell’alba sporca pesa come un macigno nel cuore di Filipe. Sono gli anni in cui prosperità e corruzione, indotte da un fiume di denaro pubblico, mutano radicalmente il volto del paese. Architetto del comune di Vila Nova d’Odemar, Filipe, ricattato da qualcuno che sostiene di sapere tutto di quella tragica alba del 1988, si ritrova al cospetto di una giovane donna magistrato, Maria Rodrigues, decisa a fare luce su quella lontana vicenda. Una donna affascinante, con begli occhi scuri e la malinconia di chi deve aver sofferto nella vita. Una donna dallo sguardo stranamente familiare per Filipe. Attraverso una magistrale vicenda di violenza, amori proibiti e intrighi politici, Alba sporca narra la storia del Portogallo, un paese che, dalla «Rivoluzione dei garofani» che nel 1974 rovesciò la dittatura di Salazar fino ai giorni nostri, è ancora alla ricerca del suo posto nella modernità.
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Évora, Portogallo, 1988. Sono le tre del mattino alla festa di fine corso all’Università. Filipe, ubriaco al punto tale da andare a sbattere violentemente contro un professore all’uscita del bagno degli uomini, viene approcciato da una ragazza del liceo, una di quelle che si imbucano nelle feste universitarie. Alta, con una minigonna che le lascia scoperte un paio di gambe lunghe e abbronzate, begli occhi scuri che spiccano su un volto gioviale e felice, Eva, la ragazza, è su di giri anche lei, ma non si spingerebbe probabilmente oltre qualche bacio furtivo. Il destino vuole però che i due siano notati da Zé Maria e João Diogo, tipi dall’aria ruffiana, bracciali e tatuaggi fino ai polsi, qualche dente marcio in bocca. La serata prende cosí una svolta inaspettata. Una corsa in macchina – una Opel con fari doppi, sedili sportivi, volante in pelle e gomme che fischiano a ogni scarto del volante – una puntata a un bar, una sosta in un luogo appartato in mezzo ai campi, e accade l’inevitabile: Zé Maria e João Diogo abusano della ragazza. Eva, sconvolta, grida di orrore, corre disperata, inciampa nei cespugli, si perde nell’oscurità dell’alba livida, per ricomparire poi all’improvviso davanti alla macchina lanciata a tutta velocità da Zé Maria. L’impatto è inevitabile: il corpo viene preso all’altezza delle anche dal cofano della macchina, si solleva da terra e va a sbattere violentemente contro il vetro, che subito si riempie di una nube di sangue, e poi viene lanciato lontano, scomparendo dalla vista dei ragazzi. Zé Maria e João Diogo, tra le proteste di Filipe, decidono di fuggire per non rovinarsi la vita con un’accusa di omicidio. Trascorre il tempo e quell’alba sporca pesa come un macigno nel cuore di Filipe. Sono gli anni in cui prosperità e corruzione, indotte da un fiume di denaro pubblico, mutano radicalmente il volto del paese. Architetto del comune di Vila Nova d’Odemar, Filipe, ricattato da qualcuno che sostiene di sapere tutto di quella tragica alba del 1988, si ritrova al cospetto di una giovane donna magistrato, Maria Rodrigues, decisa a fare luce su quella lontana vicenda. Una donna affascinante, con begli occhi scuri e la malinconia di chi deve aver sofferto nella vita. Una donna dallo sguardo stranamente familiare per Filipe. Attraverso una magistrale vicenda di violenza, amori proibiti e intrighi politici, Alba sporca narra la storia del Portogallo, un paese che, dalla «Rivoluzione dei garofani» che nel 1974 rovesciò la dittatura di Salazar fino ai giorni nostri, è ancora alla ricerca del suo posto nella modernità.

Product Details

ISBN-13: 9788854509061
Publisher: Neri Pozza
Publication date: 07/22/2014
Sold by: eDigita
Format: eBook
Pages: 223
File size: 742 KB
Language: Italian

About the Author

Miguel Sousa Tavares è uno dei piú noti e apprezzati scrittori portoghesi. Nel 2006 ha vinto il premio Grinzane Cavour con Equatore (BEAT 2011). È tradotto in 11 lingue e pubblicato in 30 paesi.
ROMANA PETRI è nata a Roma e vive attualmente tra questa città e Lisbona. Ha ottenuto numerosi premi come il Premio Mondello, il Rapallo Carige, il Grinzane Cavour e il Bottari Lattes. È stata due volte finalista al Premio Strega. Traduttrice, editrice e critico letterario collabora con ttl La Stampa, il Venerdì di Repubblica, Corriere della Sera e Il Messaggero. È tradotta in Inghilterra, Francia, Stati Uniti, Spagna, Serbia, Olanda, Germania e Portogallo. Tra le sue opere: Ti spiego (BEAT 2015) Ovunque io sia (BEAT 2015), Alle Case venie, I padri degli altri, La donna delle Azzorre, Dagoberto Babilonio, un destino, Esecuzioni, Tutta la vita, Figli dello stesso padre e Giorni di Spasimato amore.
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